Il Campionato visto dagli allenatori: Inselvini
Protagonista della tredicesima puntata della nostra rubrica dedicata all’Eccellenza è Fausto Inselvini, mister della Condinese, cenerentola del campionato. La prima metà di stagione non è stata molto fortunata e nemmeno la prima giornata di ritorno ha portato qualche punto in più. Anche a Mister Inselvini abbiamo posto la stessa griglia di domande posta ai colleghi (lo scopo di queste interviste è infatti quello di mettere a confronto i vari allenatori dell’Eccellenza su argomenti comuni).
Mister Inselvini, è difficile essere soddisfatti di questa situazione?
«Abbiamo risentito del cambio di categoria e da squadra neopromossa abbiamo sottovalutato il campionato. Gli infortuni a inizio stagione, poi, non ci hanno aiutato. Per quel che mi riguarda io sono stato ingaggiato a novembre, dopo nove giornate. Appena arrivato sono riuscito a dare fiducia ai ragazzi: abbiamo pareggiato quattro partite e ne abbiamo vinte altre due. Purtroppo nei match conclusivi del girone d’andata, contro l’Alense e in casa contro il Bolzano, abbiamo giocato malissimo. E così siamo crollati nuovamente all’ultimo posto. In tutta sincerità non riesco ancora a comprendere perché stiamo incappati in un rendimento così altalenante. Quando troviamo la domenica giusta giochiamo alla grande. Altre volte, invece, non riusciamo a reggere il ritmo dell'avversario. Credo che sia soprattutto una questione psicologica, da risolvere al più presto.
Le faccio un esempio. L'ultima partita, contro il Brixen abbiamo subito un gol al primo minuto e da allora la squadra non è stata più in grado di reagire. Nel frattempo io mi sono sentito male, un lieve malore (nulla di preoccupante) e la squadra è “andata proprio nel pallone”. Sono rimasto deluso, perché i giocatori avrebbero dovuto di gestire la partita anche in mia assenza.
Tra i problemi più grossi, per noi, ci sono l’inesperienza, la giovane età della squadra, e la mancanza di un leader che sappia prendere in mano le redini della situazione, anche quando le cose si mettono male in campo. Che sappia, insomma, trascinare emotivamente i più giovani. L’ansia di dover assolutamente recuperare punti e la paura di non essere all’altezza ci stanno giocando un brutto scherzo».
Il girone di ritorno è appena cominciato. Ci sono ancora molte partite per recuperare…
«Sì certo, io sono fiducioso e vorrei che lei scrivesse che la Condinese c’è ancora, non è sparita, anche se molti ci hanno ormai dipinto come spacciati. Adesso ci stiamo guardando intorno per trovare una punta, ma ancora non posso svelare i nomi dei possibili candidati, che comunque verranno da fuori provincia».
Parliamo del campionato in generale. Perché le squadre trentine fanno più fatica quest’anno rispetto al passato?
«C’è un motivo ben preciso: hanno preso giocatori forti, molti dei quali vengono anche da fuori regione. Segno, soprattutto, di una maggiore disponibilità economica. E, almeno su questo fronte, si trovano in vantaggio. Indipendentemente dalla classifica, non vedo comunque team in rado di uccidere il campionato. La capolista Bolzano, è vero, sta vincendo. Ma l’unica squadra che ho visto giocare veramente bene è stata l’Alense, anche se mostra un rendimento incostante, fra alti e bassi. Per il resto credo che questo sia un campionato abbastanza normale e nemmeno troppo difficile. Siamo noi che non siamo riusciti ancora a trovare il nostro equilibrio. Giochiamo bene, ma non riusciamo a vincere».
Crede che il miracolo del Mezzocorona possa insegnare qualcosa alle altre società regionali?
«Certo, i gialloverdi sono da ammirare, perché nel giro di qualche anno sono riusciti ad arrivare in C2. Hanno scelto gli uomini giusti al momento giusto, hanno un’ottima organizzazione alle spalle, hanno più disponibilità economiche e stanno sfruttando tutti questi elementi al meglio. Con le dovute differenze si potrebbe paragonare il Mezzocorona al Chievo degli anni d’oro. Nel primo caso si tratta di un piccolo paese trentino che ha raggiunto la serie C2, nel secondo un rione di Verona che ha raggiunto la serie B».
Quali giocatori ha visto brillare, fin’ora, in questo campionato?
«Ionut Alecu, punta dell’Alense, è veramente bravo e potrebbe giocare in serie C. Poi vorrei citare anche Mariano Gadea del Bolzano e Ribul dello Stegona, che sono ottimi elementi. Tra i giovani ho visto bene Travaglia, il diciottenne portiere dell’Arco».
Chi vincerà la classifica marcatori? Luca Bonazza è in testa anche quest’anno…
«Non si può dire che non sia un buon elemento e si merita pienamente il primo posto. Però… quando lo abbiamo incontrato in partita, è incappato nella giornata storta e non ha toccato nemmeno la palla». Anche i migliori possono sbagliare…