Il Campionato visto dagli allenatori: Merlino

Protagonista della dodicesima puntata della nostra rubrica dedicata all’Eccellenza è Renzo Merlino, coach della Benacense, squadra che ha chiuso il girone d’andata al terzo posto.
Nella prima partita del ritorno, a causa di una nevicata, il match tra lo Stegona e la Benacense è stato rinviato a data da destinarsi. Per la squadra rivana, dunque, ancora qualche giorno di pausa.
Mister, come è andato il girone d'andata?
«Noi siamo partiti senza i favori del pronostico, con una squadra molto giovane e quindi potenzialmente alterna dal punto di vista dei risultati. Eppure il tempo ci ha dato ragione e abbiamo chiuso la prima metà di campionato al terzo posto provvisorio. Che dopo la prima giornata di ritorno è divenuto il quarto».
Che tipo di campionato è quello di quest’anno? Vincerà il Bolzano?
«Credo che sia sulla stessa linea di quello degli altri anni, è equilibrato. Si è visto, fino ad ora, un Bolzano è nettamente superiore a tutti e secondo me ha già in tasca la promozione. Non mi sorprendo di tutto ciò, considerando la forte tradizione calcistica e il fatto di essere la squadra del capoluogo altoatesino».
Prima giornata di ritorno. Match rinviato a data da destinarsi...
«Si, mi dispiace perché avevamo tutti voglia di tornare in campo dopo la lunga pausa invernale. L’accaduto mi fa riflettere. Secondo me il Campionato d’Eccellenza potrebbe essere ancora più lungo. Non si possono certe prevedere le bizze del tempo, ma allora tanto vale tornare in campo a metà gennaio. E se qualche match dovrà essere rinviato pazienza. Si potrebbe inserire in calendario qualche domenica “bonus”, che possa servire per recuperare le partite rinviate. Dopotutto è così che fanno in molte regioni italiane».
Crede che le squadre trentine facciano più fatica quest’anno, rispetto a quelle altoatesine?
«La classifica parla chiaro, ci sono le altoatesine ai primi posti e qualche trentina a seguire. Non è, però, tanto diverso rispetto a quello che accadeva negli anni scorsi. Ecco, forse posso dire che i cugini bolzanini hanno cominciato ad attrezzarsi e sono diventati più competitivi. Comunque io mi aspetto dei cambiamenti importanti dal girone di ritorno, come per esempio la rimonta del Vallagarina».
Dopo un campionato di serie D le società escono esauste (Arco, Vallagarina, Albiano), dunque è meglio evitare di vincere l’Eccellenza?
«Ogni squadra ha avuto una propria storia. Alcune hanno mantenuto più o meno l’organico che avevano in precedenza, altre hanno operato diversi cambiamenti. Non posso e non voglio giudicare i loro campionati. Sono convinto che sapranno riprendersi durante il girone di ritorno, la classifica è corta e non sarà difficile recuperare posizioni.
Vorrei inoltre ricordare che anche nel passato del Mezzocorona si nota un continuo saliscendi. È questa una fase necessaria che ogni squadra deve affrontare per crescere e per stabilizzarsi. Non serve solamente la forza economica, ma anche tanta esperienza che si conquista sul campo.
A questo proposito vorrei sottolineare l’abisso che c’è tra la D è l’Eccellenza. In tutto e per tutto: nella categoria superiore si giocano 34 partite consecutive, in quella inferiore due turni di 15 giornate ciascuna, con una lunga pausa invernale. Per aspirare alla serie D serve un programma preciso e le idee chiare da parte della dirigenza. E bisogna cominciare ad allenarsi tutti i giorni, preferibilmente al primo pomeriggio e non alla sera quando i giocatori sono più stanchi».
Voi, quanti allenamenti sostenere a settimana?
«Ne programmiamo quattro, talvolta uno anche la domenica mattina. È un ritmo sostenuto rispetto a quello di altre società. Il motivo è presto detto: se nell’arco di 2 o 3 anni dovessimo riuscire a salire di categoria, cosa più che auspicabile, saremmo già sulla buona strada. Anche il Mezzocorona ha cominciato a fare sul serio quando ha sostituito gli allenamenti serali con quelli del pomeriggio, indirizzandosi verso un calcio quasi professionistico».
Quali sono i calciatori i più in vista di questo campionato?
«Tra tutti spicca il bomber Luca Bonazza, che anche per quest’anno si trova incontrastato alla testa alla classifica marcatori. Non posso dimenticare i miei giocatori, Pierpaolo Bresciani, che è verso “la fine” di una gloriosa carriera, con passaggi in serie A e B, oltre C1 e C2 e Davide Tisi, che è un vero e proprio fantasista».
E tra i giovani?
«Spalanco una porta per il mio Alvaro Avancini, che è classe 90, oltre ad Andrea Deromedi, il portiere che è classe 88, ma già fa la differenza. In regione vedo bene Martin Rietsch del Merano».