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Eccellenza

Il Campionato visto dagli allenatori: Pomella

Dopo aver intervistato, pochi giorni fa, Luciano Gabrielli mister dell’Arco, torniamo oggi a parlare del campionato d’Eccellenza che riprenderà a febbraio, assieme a Hugo Pomella, allenatore del San Paolo.
Pomella ha trascorso dieci stagioni in Eccellenza, delle quali quattro a Termeno (due in coppia con Maurizio Toccoli), due ad Appiano e cinque con i biancoazzurri di Maso Ronco, ai quali, due anni fa, ha regalato uno storico secondo posto.

Mister, è soddisfatto di come si è concluso il girone d’andata?
«Per come si erano messe le cose all’inizio, mi tengo stretto l’11° posto in classifica (6° assieme all’Albiano, se consideriamo i pari merito) e i nostri diciannove punti. All’inizio, infatti, il campionato è stato davvero in salita per noi: dalla quarta partita in poi abbiamo collezionato una lunga serie di sconfitte. Per fortuna ci siamo ripresi per tempo nella seconda metà del girone d’andata. Spero che il trend positivo continui anche nei prossimi mesi».

Cosa ne pensa di questo campionato?
«Sono dieci anni che alleno in Eccellenza e credo che di non averne visto mai uno così difficile. Non tanto per il livello delle squadre, quanto per gli equilibri che si sono creati. A farne le spese sono soprattutto le squadre che gravitano nella zona bassa della graduatoria, che lottano cioè per la salvezza. La classifica è infatti molto corta, basta un errore e si rischia di retrocedere. Per la vetta credo che sarà una lotta a due, tra Bolzano e Merano, anche se credo che il Bolzano avrà la meglio».

Crede che le società trentine facciano più fatica degli altri anni a salire in classifica?
«Nella scorsa stagione le trentine avevano fatto sicuramente meglio. Credo che sia semplicemente una questione di rotazione a seconda delle annate. Bolzano e Merano hanno una forte tradizione calcistica alle spalle e quindi non mi sorprendo di vederle in testa. È difficile dare un giudizio globale sull’andamento delle squadre trentine, perché ognuna fa storia a sé. Per esempio l'Albiano (ma non solo) ha scelto di rinnovarsi ed ha bisogno di tempo per trovare il giusto rendimento. Altre ancora hanno puntato tutto sui giovani, come l’Arco e lo stesso San Paolo e quindi non possono pretendere trovarsi ai massimi livelli».

Il miracolo Mezzocorona può essere d’esempio per le altre società regionali?
«Senza dubbio i gialloverdi hanno insegnato, e lo stanno ancora facendo, un certo tipo di organizzazione a livello societario. È un elemento essenziale a tutti i livelli, anche le squadre di Eccellenza potrebbero trarre giovamento se seguissero questo esempio.
Credo che il magico momento del Mezzocorona sia qualcosa di straordinario ed irripetibile, se consideriamo che è un paese di medie-piccole dimensioni. E poi bisogna dar merito allo straordinario lavoro del direttore sportivo Luca Piazzi, che è stato uno degli artefici del successo».

Ci indichi il miglior giocatore di questo campionato…
«Innanzitutto vorrei citare Luca Bonazza, che è il bomber assoluto e credo che vincerà la classifica marcatori anche quest’anno, come è già accaduto nelle precedenti stagioni. E poi ci sono “i soliti” che fanno la differenza, come per esempio Enrico Rossi del Merano, Caputi dell’Alense, Andreas Klotzner difensore del Maia Alta. Non voglio dimenticare Mauro Bandera, del Vallagarina: credo sia il “più anziano” di tutti (classe 1968) ma riesce sempre ad offrire un gioco di qualità. Tra i bomber, spero che sapranno far bene anche i miei attaccanti Eugenio Cugnetto e Andrea Bovolenta».

E tra i giovani?
«Bertoldi, del Merano, è il giocatore più in vista del momento. E poi mi vengono in mente Axel Bianchi del Bolzano, Benjamin Harrasser del San Giorgio, Michael Waldner del Maia Alta».

Autore
Silvia Gadotti
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