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Marzocchella carica il Trento: «Possiamo vincerle tutte»

Nel turno di Pasquetta che ha visto il Trento trionfare per 4 a 1 sul campo dell’Anaune e tenere il passo di Rotaliana e Porfido Albiano, Marco Marzocchella non ha segnato ma ha messo comunque lo zampino nell’ultimo gol del Trento, risultando così ancora una volta decisivo per le sorti della formazione aquilotta.
Marco, il primo dei tre scontri diretti è andato bene, il Trento ha definitivamente cambiato marcia rispetto all’andata?
«Speriamo di sì. Nel ritorno abbiamo acquisito quella mentalità vincente che all’andata non sempre abbiamo mostrato. Siamo partiti con il piglio giusto e, come si suol dire, vincere aiuta a vincere. Poi sono arrivati nuovi giocatori importanti come Juan (Lucena Gonzales, ndr) che già conoscevamo ed Elia che ci hanno dato più qualità. Quella contro l’Anaune era una gara difficile ma mentalmente siamo arrivati pronti e non c’è stata partita».
Resta solo un punto tra voi e la Rotaliana, con il Porfido Albiano a fare da terzo incomodo, come vedi le prossime giornate?
«Dipende solo da noi stessi. Abbiamo dalla nostra il vantaggio di affrontare entrambi gli scontri diretti in casa. Se giochiamo con la “testa” proseguendo su questa strada sono convinto che possiamo vincere tutte le partite».
Lunedì non sei andato a segno, anche se il quarto gol è nato da un tuo tiro. Sei il capocannoniere con 12 reti e alcune come quella contro la Benacense (destro al volo dal limite su corner di Gattamelata) altamente spettacolari. È la tua miglior stagione?
«Il gol contro la Benacense è frutto di uno schema che avevamo provato in allenamento ma che non abbiamo mai eseguito perché di solito gli avversari mettono sempre un uomo al limite dell’area, la Benacense non l’ha fatto e allora ho detto a “Gatta” di provarlo. In relazione alle partite giocate e i gol segnati (15 partite e 12 reti) è la mia miglior stagione, in assoluto però l’annata migliore rimane quella del 2011-12 sempre con la maglia del Trento».
Già, il tuo gol nel ritorno della finale spareggio contro il Vallesturla ti ha reso uno degli eroi della storia recente gialloblù. Che ricordi hai?
«È una partita che rimarrà sempre nei miei ricordi, fu un’emozione incredibile segnare la rete della promozione in serie D. Tutta l’annata però fu da ricordare, anche per i sacrifici che dovemmo fare noi giocatori, il mister e tutto lo staff. Alla fine dell’andata ci davano per spacciati, poi nel ritorno abbiamo rimontato e ai playoff sapevamo che potevamo giocarcela. Così è stato».
Alla fine della stagione non venisti riconfermato, poi quest’estate sei tornato nonostante il Trento fosse retrocesso in Promozione. Come mai?
«Trento è la mia seconda città visto che vivo qui da quattro anni ed è il posto dove mi sono fermato più a lungo. In estate è arrivata la telefonata di Giacca che mi ha convinto a sposare il progetto del Trento e ho accettato. La categoria non m’interessava, sono stato in tante società che non avevano progetti seri, qui invece ci sono le idee chiare e sono convinto che a Trento si possa fare calcio a determinati livelli. Sono contentissimo della scelta fatta, perché sento la fiducia della società e questo mi fa rendere al meglio. Inoltre – prosegue l’attaccante – sono tornato perché tre anni fa mi era stato tolto qualcosa e non volevo che la storia tra me e il Trento finisse così».
Al Trento hai ricoperto anche il ruolo di allenatore dei Pulcini 2005 insieme a Gattamelata, che esperienza è stata?
«Bellissima. Purtroppo per motivi di lavoro ho dovuto abbandonare a dicembre. Era la nostra prima volta come allenatori e credo che abbiamo fatto un buon lavoro e in futuro mi piacerebbe tornare a lavorare con i ragazzini».

(fonte: actrento.com)

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