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Serie C

Per il Südtirol big match a Padova sul campo della capolista

Seconda trasferta consecutiva e ottavo impegno lontano dalle mura amiche, nel campionato di serie C per l’FC Südtirol, di scena nella 14ª giornata d’andata sul campo della capolista Padova. Domenica (calcio d’inizio alle 17.30), i biancorossi saranno impegnati nel big-match della giornata sul terreno dello stadio “Euganeo”.
Padova è reduce dal successo corsaro a Vicenza, dopo il pari a Piacenza e la vittoria interna con la Sambenedettese dopo le sconfitte in casa della Triestina (2-0) e con il Ravenna (1-2). L’FC Südtirol arriva all’importante sfida con alle spalle quattro risultati utili di fila (3 vittorie, 1 pareggio).
Non sarà disponibile Hannes Fink, ancora a riposo precauzionale. Assente anche il lungodegente Marco Crocchianti, convalescente dopo l’infortunio alla spalla destra e mancherà anche Luca Berardocco, stoppato per un turno dal giudice sportivo per cumulo di cartellini gialli.
In casa patavina due gli assenti per squalifica: il difensore Daniele Capelli, espulso domenica scorsa a Vicenza e il centrocampista brasiliano Pampeu da Silva Ronaldo pe somma di ammonizioni. Non dovrebbero essere della partita anche il difensore francese Moussa Sylla e il centrocampista Nicolò Fazzi. Rientrano invece dalla squalifica l’attaccante Massimiliano Pesenti e il centrocampista Luca Castiglia.

Gli avversari

La storia del Calcio Padova inizia nel 1910. Poco importano le traversie societarie e gli impercettibili cambi di denominazione con comune denominatore il “biancoscudato”. I primi giorni di gloria negli anni ‘20 quando il club viene scelto per inaugurare il primo campionato di serie A a girone unico, poi sarà serie A anche tra il ’48 e il ’52. In questo primo scorcio del secolo molti personaggi leggendari. Uno su tutti, Silvio Appiani, il primo fuoriclasse del Padova che nella stagione 1914/15 trascinò la squadra con i suoi 18 gol in 14 partite. Il 20 ottobre 1915 il giovane volontario Appiani muore sul Carso. Si spegne il suo grande talento, rimarrà negli anni come simbolo per il calcio padovano, immortalato nel cemento dello stadio che dal 1924 ha preso il suo nome.
Dal 1955 al 1961 l’era di Nereo Rocco. “Il Paron”, il mister triestino poi artefice di fauste imprese al Milan, che chiamava “panzer” i suoi giocatori, impegnati sul palcoscenico dello stadio Appiani, con la gente a ridosso del terreno. Nel campionato 1956-1957 la squadra ottiene la salvezza, terminando il torneo all'undicesimo posto, ma il vero exploit è quello del torneo 1957-1958, chiuso dai patavini al terzo posto della graduatoria – miglior risultato di sempre in massima divisione – grazie a una formazione composta da Pin, Blason, Scagnellato, Pison, Azzini, Moro, Hamrin, Rosa, Brighenti, Mari (talvolta sostituito da Chiumento) e Boscolo. Nel corso della stagione lo stadio Appiani è un fortino quasi inespugnabile: cadono, tra le altre, Fiorentina, Milan, Napoli, Roma, Lazio, Torino e Bologna, per un totale di 13 vittorie a fronte di una sola sconfitta. Nella stagione 1992-93, con in panchina Mauro Sandreani e la presenza in rosa del giovanissimo attaccante Alessandro Del Piero, cresciuto negli Allievi della società, la promozione in A svanisce di un soffio. Per il ritorno dei biancoscudati in Serie A occorre attendere il campionato 1993-94. Al termine della stagione, sotto la presidenza del commendator Marino Puggina, uno spareggio vinto 2-1 contro il Cesena il 15 giugno sul neutro di Cremona permette alla squadra veneta di risalire in massima serie dopo 32 anni di assenza. l Padova resiste due stagioni tra le grandi della Serie A, guidato dal nuovo presidente Sergio Giordani e dal tecnico Mauro Sandreani. Le gare in casa si disputano nel nuovo stadio Euganeo, inaugurato nel settembre 1994. Dopo un campionato caratterizzato da risultati importanti contro le "grandi" (vittorie in casa con Milan, Inter e un prestigioso successo al Delle Alpi di Torino ai danni della Juventus) ma modesti contro le piccole, il Padova si salva grazie allo spareggio con il Genoa, giocato a Firenze e deciso ai calci di rigore. Tra i giocatori di quell'anno c'è il difensore statunitense Alexi Lalas: anche grazie alla sua altezza (191 cm) la difesa subisce pochissimi goal di testa. Nel 1996 la squadra non riesce a bissare l'impresa, nonostante la prolifica coppia gol Goran Vlaovi?-Nicola Amoruso, e retrocede in Serie B.
26 campionati nella massima serie nazionale, ultimo nel 1995/’96, 39 stagioni in B, 29 in terza divisione, 5 in quarta serie. Tanti allenatori, tanti giocatori illustri. Una lista lunghissima di personaggi famosi dell’Italcalcio.
A seguito dell’esclusione del Calcio Padova dai campionati nazionali, il 24 luglio 2014 viene iscritta al girone C della Serie D la nuova Società Sportiva Dilettantistica Biancoscudati Padova, nata per dare continuità sportiva alla storica società cittadina. Sotto la guida tecnica di Carmine Parlato, il 19 aprile 2015, in virtù del successo 2-1 sul campo del Legnago, raggiunge la matematica promozione in Lega Pro. Chiude il campionato a 85 punti e 27 vittorie andando a battere il record precedente di successi (21 vittorie nella stagione 1947-1948). Il 6 luglio 2015, al ritorno tra i professionisti, la società assume nuovamente la denominazione “Calcio Padova”. L’avvio del campionato di Lega Pro – girone A comincia con il Padova tra le prime in classifica, ma una serie di risultati negativi portano a fine novembre 2015 all’esonero di mister Parlato, avvicendato in panchina da Giuseppe Pillon (5. Posto finale), poi un 4. Posto e sconfitta nel primo turno dei playoff, quindi il primo posto in C (B) e l’ascesa in B nel 2018 con chiusura al 18esimo posto e retrocessione in C con in panchina prima il mister della promozione Pierpaolo Bisoli, poi Claudio Foscarini, il ritorno di Bisoli e il finale affidato a Matteo Centurioni. Quest’anno la squadra della città di Sant’Antonio è stata affidata alla guida di Salvatore Sullo.
In questo primo scorcio di stagione il Padova ha colto 29 punti, che da domenica scorsa, dopo la vittoria per 0-1 a Vicenza, nello scontro diretto al vertice, valgono il primato. 9 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte, 22 reti realizzate, 8 subite. Sei gare interne in 13 turni con 4 vittorie (Fano 6-1, Cesena 1-0, Arzignano 2-0, Sambenedettese 2-0) un pareggio (Carpi 0-0) e una sconfitta (Ravenna 1-1) all’Euganeo con 12 reti realizzate e 3 subite. In trasferta 7 gare, 16 punti con 5 successi: in casa di Virtus Verona (1-3), Modena (0-1), Pesaro (0-2), Fermana (1-2) e a Vicenza (0-1), un pareggio a Piacenza (1-1) e la sconfitta a Trieste (2-0). 4 reti in 13 gare per Claudio Santini, 3 a testa per Luca Castiglia (12 presenze) e Edoardo Soleri (9).

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