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Delnegro vuole salvare la giovanissima Virtus Trento

«Vogliamo provare a salvarci, nonostante le difficoltà estive. La giovane età della nostra squadra? Essere i più giovani ha i suoi pro e i suoi contro, ma i margini di miglioramento sono tanti». Un'autentica rivoluzione in casa Virtus Trento nell'estate, ma il tecnico Massimiliano Delnegro è partito alla grande. La società arancioverde, alla quarta stagione nel massimo campionato provinciale, ha cambiato molto rispetto alla scorsa annata: partiti giocatori come Cerami, Martinelli, Vaudagna, Baldessari e Mazzola, sono arrivati il giovane Rella, avvio estremamente positivo, gli esperti Elis Fontana e Barbacovi e tanti giocatori alla ricerca di una rivincita. Nonostante in tanti pensassero che la squadra di Delnegro fosse una delle formazioni che potesse trovare le maggiori difficoltà in Promozione, poiché la più giovane, l'avvio di campionato è stato di buon livello, con risultati di spicco, ultima su tutte la vittoria sul quotato Mori Santo Stefano.
Quanto è stata difficile la composizione dell'organico dopo la rivoluzione estiva?
«Tantissimo ovviamente. La maggior parte dei giocatori della passata stagione ha deciso di intraprendere altre strade, andando via. La Virtus Trento non ha certo budget come altre squadre del campionato, ma ha costruito un buon organico lo stesso».
Ad inizio stagione in tanti pensavano che la sua Virtus fosse troppo giovane per la Promozione...
«Lo siamo, essendo la squadra più giovane del campionato. Sono molto contento del gruppo, ma paghiamo ancora qualcosina a livello di inesperienza».
Qual è stata la vostra forza fino ad ora?
«L'entusiasmo. Un gruppo nuovo, con le difficoltà del caso, che ha voluto mettersi in discussione. Tanti ragazzi che alleno quest'anno hanno una gran voglia di rivincita, per tanti motivi, facendo vedere che qualcuno si sbagliava su di loro».
Quali sono gli aspetti negativi della sua formazione?
«Una squadra, intesa come società, come la nostra, forse patisce qualche limite strutturale. Ci sono ovviamente maggiori difficoltà senza un gran budget. Da altre parti hai altre possibilità, alla Virtus devi impegnarti al massimo anche per cercare un qualsiasi collaboratore».
Quelli positivi?
«Non hai pressioni, perché alla Virtus sei come in una famiglia. Non abbiamo figure come direttori generali, c'è un rapporto diretto tra me, presidente e un direttore sportivo come Paolo Malpaga. Siamo solamente io, il diesse e il presidente, più alcuni collaboratori che mi danno mano forte. Da una parte può essere una cosa positiva».
Davanti ha due attaccanti come Rella e Dallapiccola di sicuro valore nonostante la giovane età. Hanno ancora margini per migliorare?
«Aggiungo anche El Haddadi. Dallapiccola, Rella ed El Haddadi sono tre classe 97 che stanno facendo bene. Rella è destinato a ritagliarsi un ruolo da protagonista a livello regionale. Dallapiccola è molto bravo, talvolta va ancora a spezzoni, ma sulle sue qualità non si discute».
Dove può arrivare questa Virtus Trento?
«Dipende tanto da noi. Quando quest'estate sembrava non dovessimo nemmeno iscriverci si poteva vedere tutto buio, invece siamo qui che ce la giochiamo. Il campionato è ovviamente ancora lungo e non sarà facile raggiungere l'obiettivo della salvezza, ma sono fiducioso dei miei ragazzi».
Avere un organico così giovane può essere un'arma a doppio taglio?
«Abbiamo sicuramente ampi margini di miglioramento. Ci capita di esaltarci se vanno bene le cose o deprimerci se vanno male. Le partite dell'ultima settimana ne sono l'esempio, come con Alense, Garibaldina e Mori, in cui ci sono state rimonte e controrimonte, dove abbiamo subito tanti gol. Un discorso altalenante che rispecchia tanto il nostro atteggiamento. Se entriamo un po' "leggeri" possiamo perdere con tutti. Se ci sacrifichiamo possiamo giocarcela con tante».

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