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Hombre del partido

Michele Santoni, al Cagliari con vista sul master

Michele Santoni, arcense con radici olandesi da parte di madre (il nonno fu fra i fondatori dell’Ajax) ha sfondato ormai nel calcio che conta, ma non come giocatore bensì come tecnico. Fra Haarlem Ajax, Livorno, Cesena, Lazio (a livello giovanile con Allievi e Primavera) e recentemente anche nell’Inter assieme a De Boer ha messo assieme molti dei suoi 37 anni passando da analista dei video a ruoli primari dal punto di vista tecnico come allenatore responsabile nella compagine laziale. In questa stagione l’approdo al Cagliari, nello staff di Massimo Rastelli, con un ruolo ben preciso.

«Sono coordinatore tecnico e devo preparare tutte le sedute di allenamento sia a livello di giorno per giorno che lungo termine per dare più continuità al lavoro. Il tutto dal punto di vista collettivo partendo dai preparatori atletici per passare a quelli dei portieri. Raccolgo le informazioni da parte di tutti i componenti dello staff, le metto insieme e aiuto a programmare sedute tecniche effettive. Un lavoro magari all’inizio stancante, specie quando devi preparare settimane dove sono previsti allenamenti doppi, ma sicuramente mi rende felice perché si lavora tanto, ma c’è molta soddisfazione».
Prima parte di preparazione col Cagliari in Trentino, a Pejo, come va archiviata?
«Positivamente – spiega Santoni – sicuramente meglio di quanto preventivato. Il ruolo che copro mi dava qualche incognita perché era con gente che ancora non conoscevo e quindi non potevo ancora sapere la metodologia del lavoro e cosa dovevo fare o fino a che punto farla. Ho avuto la massima disponibilità, il mister Rastelli mi ha dato massima fiducia e subito fatto lavorare pesantemente».
Lo staff rossoblù, oltre a Rastelli e Santoni comprende Nicola Legrottaglie come vice allenatore passando poi per i preparatori atletici Agostino Tibaudi, Andrea Caronti e Francesco Fois; David Dei come allenatore dei portieri e Dario Rossi, storico collaboratore tecnico di mister Rastelli sin dai tempi di Avellino. Una bella squadra sicuramente.
Fra poco avrai anche l’esame per il Master di Coverciano.
«Il 6 settembre per la precisione – conferma Michele – con la tesi che sto discutendo con la professoressa Isabella Crucis e riguarda la psicologia sportiva. Basata su un modello olandese dove metto in relazione le varie tipologie di personalità che ci sono con gli schemi motori. Questo per perfezionare l’allenamento, conoscere meglio i giocatori e capire come apprendono. Per vedere come mettere a proprio agio l’atleta. Faccio un esempio: i nostri portieri al Cagliari hanno un diverso atteggiamento in preparazione alla parata: Cragno ad esempio sta molto basso, mentre Rafael sta più alto. Evidentemente trovano più sicurezza in un modo o nell’altro per poter effettuare la parata. Tutto legato dai comandi del cervello, questo mi ha portato a discutere una tesi simile anziché stare sui classici moduli calcistici».
Tornando a Pejo, come vi siete trovati?
«Molto bene, il Trentino si conferma a livello organizzativo all’apice. Tutto bello dalle infrastrutture all’albergo. Qui da noi le cose sono preparate ed organizzate al meglio ed è per questo che tante società lo prediligono per preparare le loro stagioni. Le infrastrutture si trovano anche nei posti più piccoli, mentre nel resto d’Italia non sempre è così, anzi è difficile trovare tante cose assieme: dal campo in sintetico a quello in erba, con la palestrina e anche la piscina magari a disposizione».
Per il Cagliari il calendario emesso pochi giorni fa c’è subito un battesimo coi campioni d’Italia della Juventus.
«Tanto prima o poi devi affrontarle le squadre e magari è meglio trovarle presto perché forse sono ancora da oliare e devono registrare al meglio i loro ingranaggi».
Chiudiamo col calcio a 5 trentino. Perché nella nostra prima edizione degli Oscar come miglior giocatore della C2 ha primeggiato uno che conosci bene.
«Sono felice per mio fratello Christian perché fa sempre piacere che, nonostante i suoi acciacchi ed acciacconi riesce ancora a farsi notare nei campi ridotti. Sono sincero che non avrei mai creduto che avesse avuto una così lunga continuità nel proprio impegno e riesce a mettere le qualità a disposizione della propria squadra, dimostrando anche continuità nel rendimento perché comunque negli ultimi anni riesce sempre a fare tanti gol. Difetti? Forse devo tirargli un po’ le orecchie affinché possa perdere qualche chilo di troppo».
Magari preparando un sistema d’allenamento personalizzato dal fratello.

Autore
Cristiano Caracristi
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