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Il Trento doma la Weinstrasse Süd sfruttando i calci piazzati

Il Trento suda le classiche sette camicie per domare la caparbietà della Weinstrasse Süd capace di tenere la capolista in apprensione fino al triplice fischio finale.
Nell’undici inziale Manfioletti sceglie Scali tra i pali con conseguente avvicendamento nel parco under: è Bianchi ad occupare la casella nella posizione di laterale destro di difesa mentre in quella di sinistra torna Di Fusco dopo la squalifica. Ferrarese, reduce da tre giornate di riposo forzato per l’espulsione rimediata a Bressanone, si accomoda inizialmente in panchina, lasciando al tridente Brusco-Gherardi-Conci l’onore e l’onere di confermare quanto di buono fatto finora.
Partono bene i gialloblù che potrebbero passare in vantaggio già al 3’ quando Cascone stacca a centro area per colpire di testa la palla messa in mezzo da Lucena su calcio d’angolo. Barba al palo, si dice in gergo, con la difesa locale che patisce il fondamentale tattico visto che al 12’ Lucena scodella un altro corner al limite dell’area piccola: Brusco non perdona ed insacca di testa nell’angolo alla destra di Poli.
I rossoblù reagiscono al 20’ con Barbetti che approfitta di un lancio lungo sul quale Scali e Lucena non si intendono. Il numero 9 altoatesino tocca quel tanto che basta per anticipare il portiere aquilotto che ne frena la corsa all’altezza della trequarti con un fallo che viene sanzionato dal direttore di gara con il cartellino giallo vista la lentezza con cui la sfera, subito arpionata da Lucena, stava proseguendo la propria corsa.
Cinque minuti dopo è ancora Barbetti a sgusciare tra le maglie della difesa gialloblù, raccogliendo un'altra verticalizzazione ed impegnando Scali con un sinistro ad incrociare che l’estremo difensore aquilotto vola a deviare in angolo alla propria sinistra.
Risponde Casagrande alla mezzora con l’ennesimo stacco aereo su angolo di Lucena: la deviazione sul secondo palo trova il piede di Pedrotti a sventare il pericolo sulla linea con un rinvio che fa tirare un sospiro di sollievo all’immobile Poli.
Il finale della prima frazione vede l’ennesima percussione di Barbetti premiata dal gol con cui lo stesso attaccante sigla il pareggio liberandosi dalla marcatura, approfittando della spizzata di Zadra dal limite su calcio di punizione battuto da Poli direttamente dalla propria trequarti difensiva, e scagliando un sinistro sul palo più lontano che non lascia scampo a Scali.
Reagisce il Trento che nel recupero impegna Poli in tuffo col rasoterra di Lucena dai 20 metri e poi rimette il risultato sul crinale giusto al 10’ della ripresa: Cascone si fa trovare pronto sull’ennesima azione d’angolo per raccogliere il cross di Di Fusco dalla fascia mancina e battere Poli che riesce solo a sfiorare la sfera prima che questa si infili nell’angolo basso alla propria sinistra.
Il terzo gol potrebbe arrivare al 21’, ma Appiah, al termine del contropiede portato in tandem con Ferrarese entrato al posto di Conci, sfiora soltanto il cross del compagno permettendo a Brusco di tentare la conclusione sul secondo palo. La ribattuta termina sul destro dello stesso Appiah che in equilibrio precario tira debolmente tra le braccia di Poli.
Il terreno pesante e la girandola di cambi rallentano il ritmo. La cronaca torna così a riempirsi solo a 2’ dal termine quando Gattamelata, appena messo piede in campo per sostituire Gherardi, viene espulso su segnalazione dell’assistente per qualche parola un po’ colorita che lo stesso non aveva evidentemente gradito.
I gialloblù si coprono con ordine e tranquillità negli ultimi istanti, trovando anche il modo di andare vicini alla terza marcatura con Boldini abile a farsi trovare da Ferrarese in contropiede, ma sprecone nello sparare la sfera sull’estremo difensore rossoblù prima del fischio finale che lascia i locali nelle zone caldissime del campionato e mantiene gli aquilotti saldamente in testa a +8 sul Bozner.
A Manfioletti non piace sentir parlare di deconcentrazione, ma preferisce sottolineare «la capacità con la quale ci siamo adattati ad un terreno di gara, che pregiudica le caratteristiche tecniche dei nostri giocatori e favorisce un gioco meno estetico che i nostri avversari hanno cercato di sfruttare al meglio. Abbiamo saputo sfruttare le loro indecisioni sui calci da fermo anche se spiace per l’espulsione comminata a Gattamelata – conclude il tecnico trentino – che teneva molto a scendere in campo: il suo linguaggio è stato interpretato male dall’assistente».

fonte Ac Trento
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